Il Comune vuole favorire i meno
abbienti, ma il ministero dice che non si può fare. A Casciago
l’amministrazione comunale si è trovata di fronte al niet di Roma in merito
all’applicazione dell’imponibile Irpef: la delibera casciaghese
prevedeva infatti esenzioni fino a 7500 euro e un’aliquota ridotta allo 0,5%
fino al 15 mila euro (0,8% per tutti gli altri), ma a novembre,
il 19, un mese abbondante dopo l’approvazione del bilancio di previsione, il
Ministero dello Sviluppo Economico ha bloccato tutto, costringendo il Comune ad
una virata. Nessuna comunicazione scritta, però, ma solo una telefonata con un
funzionario che ha spiegato come le riduzioni delle aliquote possono essere
applicate solo se fatte per tutti i redditi, non solo per alcune fasce: «Una
decisione che ci ha lasciato perplessi - spiega il sindaco Zanotti -. Noi
abbiamo messo in pratica quanto promesso in campagna elettorale, cioè l’aiuto
alle famiglie meno abbienti. Evidentemente nonostante venti anni e più di
parole, promesse e proclami, il tanto decantato federalismo e l’autonomia per
gli enti locali non ci sono e i Comuni non sono liberi di
decidere, nemmeno quando vogliono agire per il bene dei
cittadini. Il Ministero non ci ha nemmeno risposto in via ufficiale, ma si è
limitato a bloccare la nostra operazione senza aggiungere altro, lasciandoci in
mezzo ad un guado». La giunta di Casciago è
corsa ai ripari alzando l’esenzione fino a 10 mila euro e mantenendo l’aliquota
dello 0,8% per tutti gli altri.
la Redazione Casciagonotizie
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