Con una legge del 20 luglio 2000,
la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria e nel primo
articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la
Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione
italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la
prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi,
si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno
salvato altre vite e protetto i perseguitati". Quello di quest’anno è il
quattordicesimo appuntamento con il Giorno della Memoria, a
sessantanove anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e
dalla fine della Shoah. In tutta Italia (e in molti paesi europei)
vengono "organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di
narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni
ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari
e politici italiani nei campi nazisti". La legge che istituisce il Giorno
della Memoria cerca di prendere in carico il ricordo tremendo di quanto è
accaduto e la responsabilità preventiva della nostra comunità e di quella
europea in generale nei confronti del futuro. Lo scopo indicato dalla legge
nell’articolo 2, è proprio quello di "conservare nel futuro dell’Italia la
memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere".
A
proposito del genocidio del popolo ebraico, ne "I sommersi e i salvati"
Primo Levi ha detto: "E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo
è il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
la Redazione Casciagonotizie
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