Apprendiamo dalla stampa
locale che Don Norberto Brigatti, parroco della Comunità Pastorale S. Eusebio, è stato
citato nella famosissima rubrica “Leggendo
qua e là” del più letto
settimanale di giochi enigmistici. Nel
trafiletto viene descritto un simpatico
episodio, risalente agli anni in cui don Norberto era parroco a Busto Arsizio :
per convincere i giovani frequentatori
della parrocchia ad andare a Messa, li sfidava a carte, con la promessa che in
caso di sconfitta i ragazzi sarebbero andati alla funzione religiosa della
domenica successiva. Una vicenda “divertente” raccontato dal settimanale famoso
in tutta Italia per i suoi giochi, ma anche per le sue rubriche ricche di
aneddoti e informazioni, proprio come quella nella quale don Norberto è stato
citato: evidentemente il parroco, appassionato di sport, contava molto sulle
sue capacità al “tavolo da gioco” per recuperare le anime dei giovani bustocchi
di allora alla causa della Chiesa. Un regalo inatteso per don Norberto, che proprio nel mese di giugno
festeggia i suoi primi 35 anni di sacerdozio. GUARDA QUI: Don Norberto su La Settimana Enigmistica
La
Redazione Casciagonotizie
In seguito all'articolo riportato riceviamo da don Norberto Brigatti la precisazione e la cronaca dei fatti realmente accaduti:
In seguito all'articolo riportato riceviamo da don Norberto Brigatti la precisazione e la cronaca dei fatti realmente accaduti:
PER
CHIARIRE….
Non ho fatto nulla per essere “ripreso” dalla settimana
enigmistica di questa settimana. Nulla ho fatto per rilanciare la notizia su
altre testate giornalistiche. La notizia riporta un fatto capitato ma… che va
precisato per diritto di cronaca. Chi non mi conosce potrebbe pensare:
“Certo che questi preti ne inventano una più del diavolo! Sono ridotti alla
frutta se devono organizzare partite per mandare i ragazzi a messa, povera
chiesa”! Io davanti a tale notizia avrei pensato proprio così. Chi mi
conosce, in un modo più benevolo, si è incuriosito inviandomi messaggi di
sfottò o di felicitazioni… Cosa era accaduto di strano a Busto Arsizio? Ecco la
storia. Nella piazza della chiesa soggiornava un gruppo di ragazzi, di quelli
che “creano problemi per partito preso” (descrizione gentile per non dire
altro). Con loro ebbi discussioni, qualche diverbio fino ad arrivare ad un
rispetto reciproco conquistando autorevolezza verso “u parrino“. Bene, una sera presero
da un panettiere dei sacchi di pagnotte divertendosi in una battaglia con il
pane, conciando la piazza in un modo indecente a causa anche della pioggia notturna.
Al mattino presto una triste visione con il pane ridotto in quel modo: il pane,
con il significato che possiede per tutti noi! Chiamai il giornale locale e
parlai con una giornalista che, tra l’altro, era una ragazza che
frequentava il precedente oratorio di Legnano. Spiegai il fatto dicendo che
avrei impedito a loro l’accesso all’oratorio dopo quel fatto così
deprimente. Dissi anche che tenevo comunque con loro un certo rapporto, per non
chiudere i contatti, sperando nel cambiamento delle teste. Per esempio, dissi a
lei, mi presto a giocare a carte non dicendo loro: “Chi perde paga” ma
“chi perde va a messa” e, se avessi perso io, avrei pagato il gelato. Un
tipo di comportamento che si tiene tra amici scherzando o sbaglio? Disse più o
meno così alla giornalista. Purtroppo il fatto venne “capito” in un altro modo:
“Prete di Busto organizza partire di carte per mandare i ragazzi a messa”.
Chiedo a voi se vedete delle corrispondenze tra il fatto e la notizia! La
notizia poi fu battuta dall’Ansa e messa nel circuito nazionale: arrivarono
telefonate da giornalisti di testate nazionali compresa la televisione
regionale. Chiudiamo qui.
Con questa precisazione
spero che il prete che si firma sia più intelligente dell’altro prete che
organizza partite per spingere i ragazzi a messa!
Morale: se per una fatto
del genere succede uno scambio di carte in tavola (riprendo la notizia, sic!),
chissà cosa succede di tanti fatti quando sono filtrati dai giornalisti. Mi
sono sempre detto che la professione del giornalista dovrebbe essere una
“missione” altrimenti si arriva al famoso “Roma per toma”. Senza nessun
disprezzo per la professione ovviamente ma…
don
Norberto
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