COSTRUZIONE DI NUOVE CENTRALI NUCLEARI
3°Quesito:colore della scheda grigio
“Costruzione di nuove centrali per la produzione di energia nucleare” - il quesito nella scheda in realtà ha una descrizione molto complessa ed estesa con decine di richiami ad articoli, in sostanza si chiede l’abrogazione parziale del decreto legge del 25 giugno 2008 (poi convertito in legge con modifiche successive) che reintroduce la possibilità di costruire centrali nucleari sul territorio italiano. Con il referendum del 1987, l’Italia ha vietato allo Stato italiano e alle sue società (Enel) la costruzione di centrali atomiche sul territorio nazionale, Oggi Enel è una società privata, per cui non più soggetta alle indicazioni espresse nel referendum dell’87, e la nuova politica energetica prevede la costruzione in Italia di almeno 5 centrali atomiche distribuite nelle regioni italiane, in luoghi, per il momento, non è ancora noti. Ad oggi Lombardia e Lazio hanno espresso parere non contrario alla costruzione di centrali nelle loro regioni.( per approfondire)
http://www.democrazialegalita.it/redazione/redazione_effetti_nuovo_quesito_nucleare_3giugno2011.htmVotando SI, si ferma la costruzione di nuove centrali nucleari sul territorio nazionale, anche se affidate ad enti privati. Inoltre il SI, impone di ripensare il piano energetico nazionale e che questo contempli in modo significativo le fonti alternative e rinnovabili. I sostenitori del SI ritengono che in gioco ci sia il destino delle generazioni future ed è quindi obbligo agire con prudenza e cautela sia dal punto di vista ambientale che geopolitico, evitando la dipendenza da altri paesi per l’approvvigionamento dell’uranio (vi sono riserve per alcune decine di anni e oggi sostanzialmente in mano a tre nazioni) e l’incremento del rischio legato alle radiazioni atomiche a seguito di incidenti e allo smaltimento delle scorie (problema ancora irrisolto).
Vi ricordiamo che attraverso il Referendum i cittadini esprimono il proprio parere su una legge. E’ un diritto dovere del cittadino oltre che un importante strumento di affermazione della “sovranità popolare” sancita dall’art.1, che si esplicita nelle forme previste all’art. 75 della Costituzione. Affinché il referendum sia valido è necessario raggiungere il quorum di votanti pari al 50% più uno degli aventi diritti al voto, circa 25 milioni di italiani.
Votando NO o non andando a votare si conferma la legge in vigore così com’è; quindi non viene modificata dai quesiti posti dal referendum.
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